Si è svolto il 30 giugno a Milano, presso Politecnico di Milano (Campus Leonardo), Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB), il Kick Off Meeting del progetto MOPRAM. L’acronimo sta per “MOnitoring PRecipitation through a Network of RAdio Links at Microwaves”, ovvero “MONITORAGGIO DELLA PRECIPITAZIONE CON RETI RADIO A MICROONDE“.

Il progetto, finanziato dalla Fondazione CARIPLO, presenta punti di interesse comune con Nefocast. L’incontro è stato occasione di confronto sulle tematiche legate al monitoraggio meteorologico mappato ad intervalli di frequenza, attraverso disturbi sul percorso di onde utilizzate in ambito di telecomunicazione.

MOPRAM KOM

L’incontro è stato suddiviso in due parti. Una prima parte dedicata alla presentazione di MOPRAM, che ha incluso tre contributi. Il primo è quello CNR-POLITECNICO nel quale è stato presentato il progetto MOPRAM. A seguire, i contributi di due aziende che collaborano al progetto, come subcontractor: SIAE microelettronica e Vodafone Italia.

  • Roberto Nebuloni (CNR), Carlo De Michele (POLIMI) e Michele d’Amico (POLIMI) hanno presentato il progetto MOPRAM proposto da un consorzio CNR/POLIMI e finanziato da fondazione CARIPLO nell’ambito del bando Ricerca Scientifica 2016 sulla tematica del dissesto idrogeologico. MOPRAM si pone come obiettivi:
    • a) investigare le potenzialità dei dati di monitoraggio della rete di collegamenti a microonde di un operatore cellulare (Vodafone) ai fini di una valutazione quantitativa del campo precipitazione con un metodo tomografico, attraverso simulazioni e campagne di misura ad hoc su aree selezionate all’interno del territorio lombardo, e
    • b) integrare i campi spaziali di precipitazione ad alta risoluzione così ottenuti all’interno di vari modelli idrologici verificando il miglioramento nella stima delle portate d’acqua.
  • Gianleonardo Solazzi (SIAE) ha illustrato una mappa della densità dei ponti a radio a microonde sul territorio lombardo. Inoltre, ha messo in luce che i sensori integrati nei ponti radio registrano altre quantità (oltre la potenza ricevuta) potenzialmente utili al monitoraggio ambientale, come sensori di temperatura e accelerometri triassiali.
  • Lorenzo Pescatori (Vodafone): l’enorme mole di dati di traffico, in forma aggregata e anonimizzata in ossequio ai vincoli sulla privacy, se opportunamente elaborata, non solo crea valore aggiunto ai prodotti degli operatori di telefonia cellulare, ma è fonte di interesse per la società. Si è evidenziata la disponibilità a rimettere in rete queste informazioni per creare ulteriore valore aggiunto. Questi dati potrebbero essere interessanti anche per applicazioni legate al rischio ambientale.

 

La seconda parte della mattinata è stata dedicata a tre presentazioni relative ad altri progetti sulla tematica del monitoraggio della precipitazione.

  • Marco Folegani (MEEO) ha presentato il progetto RainBO LIFE+ nel quale si propone una piattaforma che integra le informazioni sulla stima del campo di precipitazione, con attenzione speciale agli eventi estremi, in un sistema di gestione del rischio idrogeologico. Gli obiettivi: a) mitigazione del rischio (attività di pianificazione e prevenzione), e b) gestione del rischio residuo (definizione di protocolli per gestire l’allerta)
  • Matteo Colli e Daniele Caviglia (Univ. Genova) hanno descritto una tecnica di monitoraggio del campo di precipitazione, mediante sensori a basso costo connessi a ricevitori della TV satellitare. Sono state presentate le mappe ricostruite a partire da una ventina di questi terminali nell’area di Genova e un confronto con i pluviometri.
  • Attilio Vaccaro (MBI) ha presentato il progetto Nefocast, illustrando la piattaforma di monitoraggio e trasmissione dati relativi ai nuovi terminali satellitari “Smart LNB” bidirezionali (ossia con canale di ritorno da terminale utente a centro di controllo via satellite) che sostituiranno gli attuali LNB monodirezionali.

 

L’incontro si è concluso con una discussione tra i partecipanti, nella quale si sono evidenziati:

  • Aspetti critici dei vari tipi di sensori, attraverso l’intervento di Fabrizio Cuccoli (CNIT).
  • Necessità di un approccio integrato al problema del monitoraggio della precipitazione. Utilizzare diversi tipi di sensori permette la validazione reciproca quindi facilita il riconoscimento di errori e malfunzionamenti.
  • Disponibilità a future collaborazioni per progetti di più ampia portata.